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Asilo Nido L'Orsetto

Asilo nido L'ORSETTO 

 PROGETTO EDUCATIVO, ORGANIZZATIVO E GESTIONALE

Il Nido nel territorio

Le linee guida del progetto educativo

Il rapporto con le famiglie

Accoglienza ed ambientamento

L’organizzazione dello spazio

La struttura del Nido

La programmazione della giornata

Alimentazione

Calendario e orario di funzionamento

Le figure professionali

Programmazione e verifica del progetto educativo

Raccordo con le strutture educative presenti nel territorio

Il Nido nel territorio

Il nido “l’Orsetto” si trova a Roma, nel territorio del Municipio X (ex Municipio XIII) e precisamente nella zona urbanistica denominata Nuova Palocco, tra i nuclei abitativi di Ostia Antica, Casal Palocco, Dragoncello, Aciliaed il nuovo complesso edilizio della Madonnetta.

Questa zona è in una fase di grande espansione demografica, e le strutture scolastiche pubbliche, pur insistenti nel territorio, non riescono a soddisfare la richiesta della popolazione nonostante siano previste opere per la costruzione di nuove unità scolastiche.

Per questo l’asilo nido “L’Orsetto” intende inserirsi nella rete dei servizi del quartiere, in aiuto a quei genitori desiderosi di fruire di tale servizio, non solo come luogo ove affidare i loro bambini durante il tempo che li vede occupati per il lavoro, ma anche come luogo in cui poter trovare dei supporti competenti per meglio affrontare il ruolo di genitori “educatori”.

Considerato che la realizzazione di un servizio per la prima infanzia deve essere guidata da uno sforzo costante di promozione, di qualità e non solo di quantità, il Progetto Educativo che s'intende realizzare nel nido “L’Orsetto”, è improntato alla necessità di dare al quartiere uno spazio adeguato ai bambini ed ai genitori, e di connotarlo di qualità finalizzata alle esigenze dei bimbi e delle loro famiglie, e si pone come obiettivo la costruzione di una comunità di adulti e bambini consolidata dalla voglia di "fare insieme", in un luogo dalle caratteristiche familiari, dove ritrovarsi ogni giorno.

Le linee guida del progetto educativo

La visione del bambino come individuo competente, in grado di accrescere le sue capacità attraverso il fare, e le relazioni interpersonali, sarà il filo conduttore della nostra pratica educativa. Il nostro lavoro metterà al centro “il bambino”, e gli interventi educativi si baseranno sui seguenti principi:

  • Offrire le condizioni in cui Egli possa crescere acquisendo la sicurezza e rafforzando la propria spontanea spinta allo sviluppo
  • Favorire la sua crescita autonoma in situazioni di benessere
  • Orientarlo ad essere un individuo padrone del suo agire, disposto a sperimentare, a comunicare ed a interagire con gli altri in spontaneità e nella consapevolezza delle proprie emozioni.

Il rapporto con le famiglie

Le profonde trasformazioni sociali che si sono determinate negli ultimi decenni, hanno dato vita a piccoli nuclei familiari dove i “nuovi genitori” si sentono sempre più spesso disorientati e inadeguati nella “cura” dei loro figli, trovandosi a compiere, più o meno consapevolmente, una serie di scelte educative sulle quali è utile avere occasione di riflessione e confronto.

Il nido può dare ai genitori questa opportunità per sentirsi meno soli nell’affrontare le responsabilità di tale ruolo. Infatti l’incontro fra persone che condividono una stessa esperienza e la figura dell’educatrice, intesa come colei che accompagna e media la comunicazione tra le persone, rendono sempre di più l’educazione dei figli una questione non privata ma sociale, capace quindi di rompere l’isolamento del contesto domestico.

Alla luce di questa riflessione sarà importante il rapporto fiduciario imperniato sulla reciprocità tra le famiglie e la struttura, che infonderà nei bambini sicurezza e serenità. Infatti molte regole vengono accettate dai bambini, non perché ne comprendono appieno le ragioni, ma semplicemente perché si fidano dell’adulto che le afferma.

Le relazioni con le famiglie saranno attuate in successione mediante:

  • le informazioni da parte del coordinatore educativo sull’organizzazione del nido: spazi e loro funzione, le attività che si svolgono nella giornata, le figure professionali presenti
  • colloquio preliminare con l’educatrice di riferimento per dare l’avvio al confronto e la collaborazione che continuerà per tutto l’anno per trovare i percorsi più adatti al bambino, in modo particolare, in un primo incontro saranno illustrate le fasi dell’inserimento, i tempi e i modi, e sarà compilata una scheda dove saranno riportate alcune informazioni riguardanti le abitudini del bambino.
  • incontri collettivi durante l’anno scolastico, nei quali saranno affrontati temi specifici, ascoltati i vissuti dei genitori ed i racconti delle educatrici sulle esperienze dei bambini al nido.

Accoglienza ed ambientamento

Nell’ottica degli obiettivi educativi del nido “L’Orsetto” particolare attenzione sarà rivolta all’accoglienza dei genitori e dei bambini in questa nuova esperienza.

Il raggiungimento di un sereno ingresso quotidiano al nido è il presupposto di una frequentazione annuale altrettanto serena ed armoniosa di crescita, di relazione, di socializzazione e di fiducia. Pertanto l’accoglienza non è solo la rappresentazione di un momento, ma sottintende e caratterizza un processo continuo e dinamico che, non esaurendosi con il primo periodo dell’ambientamento dovrà sempre accompagnare adulti e bambini nella quotidianità.

Il periodo dell’ambientamento richiede un’attenzione particolare, da esso dipende, infatti, l’accettazione positiva del nido da parte del bambino.

Il piccolo deve entrare in contatto con persone che non conosce, con numerosi bambini, con spazi ed arredi non familiari.

E’ indispensabile, quindi, in questa fase, che il bambino abbia modo di ambientarsi gradualmente e di elaborare questa nuova esperienza con i tempi e le modalità che gli sono necessari.

In questo modo il nido entrerà a far parte della sua vita senza alcuna forzatura.

Nel nostro nido, per ciascun bambino, sarà effettuato un inserimento graduale, insieme con un piccolo gruppo di bambini e con la presenza di una persona di fiducia del bambino stesso.

La gradualità è fondamentale per instaurare una relazione affettiva tra educatrici e bambino, tale da rendere il distacco dalla famiglia non traumatico.

Per una buona riuscita dell’ambientamento è necessaria la collaborazione e la disponibilità dei genitori al fine di costruire insieme una continuità tra nido e famiglia.

L’organizzazione dello spazio

L’organizzazione e l’articolazione degli spazi rappresentano una funzione precipua di tutto il gruppo educativo in quanto, queste debbono essere consone al raggiungimento degli obiettivi generali del progetto educativo e sono pertanto pensate per rispondere al bisogno di ciò che i bambini :

-   possono fare insieme (in piccolo o grande gruppo)

-   possono fare con gli adulti

-   possono fare individualmente.

Si tratta di una progettazione dinamica e quindi suscettibile di periodici aggiustamenti conseguentemente ad una costante verifica della corrispondenza tra gli obiettivi che hanno guidato la progettazione medesima e l’uso effettivamente fattone dai bambini e dagli adulti.

Tutti gli spazi ed i materiali, saranno sempre presentati dall’educatrice in modo che possano essere utilizzati autonomamente dai bambini.

Considerata la necessità di assicurare loro riferimenti precisi, la rivisitazione degli spazi nel corso dell’anno sarà sempre fatta informandoli, in modo da non rappresentare un disorientamento, ma un nuovo stimolo.

La Struttura del nido

L’Asilo nido “L’Orsetto” è ubicato nell’area urbanistica denominata Nuova Palocco, sita all’incrocio tra la via dei Pescatori e la via del fosso di dragoncello al civico 201,  in un contesto verde in cui gli spazi aperti la fanno da padroni.

Il nucleo edificato, circondato da ampie zone dedicate a giardino ed a parcheggi, è costituito dal corpo centrale di un fabbricato quadrangolare che ospita le attività del centro sportivo “Eschilo due”, all’interno del quale è posta una piscina olimpionica.

I nostri locali occupano una porzione di tale edificio in completa autonomia logistica, pur fruendo dei benefici degli spazi accessori comuni, come ad esempio le ampie aree di parcheggio circostanti, che permettono ai genitori la sosta, non soggetta ai rigori del traffico, fin davanti all’ingresso dei locali.

Un grande atrio comune, accoglientemente arredato, consente un primo accesso all’edificio dando la comodità di un ambiente tampone tra l’esterno e l’ingresso dell’asilo vero e proprio;da qui si potrà entrare direttamente alla Nostra struttura educativa.

Il locale dedicato all’accoglienza rappresenta il primo contatto con la “struttura nido”, luogo nel quale il genitore ed il bambino, nella regolarità quotidiana incontrano l’educatrice al mattino, e vi si ritrovano alla fine della giornata per il ricongiungimento. Questo ambiente, come facilmente si può intuire, riveste pertanto un ruolo molto importante perché il “piccolo”, qui entra in contatto con Persone che non conosce, in spazi ed arredi a lui non familiari. Qui, in un mobile contenitore a Lui dedicato, metterà gli effetti personali e su una piccola panca, la mamma o l’educatrice ne cureranno le necessità.

Immediatamente a destra, in continuità con l’accoglienza c’è un locale di incontro con alcune poltroncine per poter affrontare colloqui con i genitori e con il Personale, ed è un’area in cui eventualmente il pediatra potrà espletare la propria attività di controllo e verifica della documentazione sanitaria o rispondere alle richieste dei genitori qualora queste si proponessero nei tempi concordati.

Dal locale accoglienza, dal quale siamo entrati nel nido, una porta permette l’accesso agli spazi dedicati alle attività dei bambini.L’aula, luminosa e confortevole, si presenta con una pavimentazione di parquet chiaro in armonia con le tonalità pastello delle pareti. Il salone delle attività che raccoglie entrambe le sezioni, dei medi e dei grandi, è stato organizzato in diversi spazi arredati per le attività al tavolo (utilizzate anche per la refezione), costituito da tavoli e sedie di appropriata dimensione, scaffali con cestini, scatole e vassoi per contenere i materiali propri delle attività principalmente basati sul rispetto dell’utilizzo di materiali naturali.Questi spazi sono pensati per l’acquisizione della manualità e delle abilità attraverso il gioco dei travasi, degli impasti, della pittura, dell’esperienza tattile e delle stimolazioni alle competenze logico matematiche.

Adiacente al salone, attraverso una porta,si accede alla stanza del gioco simbolico nella quale vengono riproposti alcuni ambienti di tipo familiare in cui i bambini, in autonomia, si rappresentano nel gioco della cucina, dell’accudimento alle faccende domestiche, alla cura delle bambole o nell’impersonare ruoli riferiti alla quotidianità mediante l’utilizzo di oggetti di uso comune quali il telefono ed altro.

Da qui si accede ad un ampio locale igienico dove troviamo l’area del fasciatoio, contigua ad un lavello (pilozzo) di opportune dimensioni per poter accudire i bambini nelle operazioni del cambio di pannolini; è inoltre collocata una vasca ad altezza di bambino per permettere a loro stessi di provvedere alle pratiche igieniche in autonomia. I water, di piccola dimensione, completano la struttura del locale nel quale, in un armadio, vengono custoditi i ricambi ed i corredini dei bambini che possono attendere il loro turno seduti su una apposita panca per l’attesa.

Sul lato opposto del salone delle attività, attraversando un secondo locale organizzato per le cure dell’igiene, si accede invece ad un ampio spazio polifunzionale nel quale i bambini svolgono quelle che vengono definite attività tranquille, quali il sonno, la lettura ed il gioco del travestimento. Per l’educazione all’ascolto è stato organizzato uno spazio dedicato alla musica con la possibilità di usare degli strumenti musicali ricavati dal riciclo di materiali di risulta.

Dedicato ai bambini più piccini in questo ambiente si sviluppa il gioco euristico per il tramite di dispositivi didattici appositamente allestiti dal Personale educativo.

Troviamo inoltre i lettini impilabili, ognuno riferibile a ciascun “piccolo utente”, arredato con tende oscuranti che rendono l’atmosfera intima e raccolta per i momenti del riposo.

Separato dagli ambienti dedicati ai bambini troviamo la segreteria amministrativa, i locali dellacucina, con relativa dispensa ubicata in maniera di poter servire agevolmente le necessità di refezione, con ambiente ad essa contiguo per il carico e l’immagazzinamento delle merci e dei prodotti necessari ai bisogni delle attività logistiche.

Il Personale gode di locali igienici (bagno ed antibagno), di spogliatoio e di spazi per il riposo a sé stanti, conaccesso autonomo.

Completano la struttura un’adeguata area esterna di esclusiva pertinenza del nido, attrezzata con presidi per attività ludiche e percorsi didattici, atti al contatto con elementi naturali e spazi dedicati all’impianto di un orto.

La programmazione della giornata

La programmazione della giornata è parte integrante della progettazione educativa; Questa sarà realizzata ad inizio anno dall’intero gruppo di docenza e sarà mantenuta stabile nella successione degli eventi. La stabilità nell’ordine degli eventi dà la possibilità ai bambini di vivere in un ambiente costante e prevedibile e conferisce loro sicurezza e possibilità di maggiore autonomia.

Una giornata tipo nel nido sarà così cadenzata:

Dalle ore 8,00 alle ore 9,30    Accoglienza        

L’accoglienza giornaliera dei bambini sarà fatta con attenzione alle modalità individuali e nel rispetto delle abitudini familiari; Sarà cura delle educatrici diventare punto di riferimento per ciascun bambino e proporre le modalità di separazione dal genitore più graduali e sicure.

Alle ore 9,30        Appello       

L’appello è un momento rituale di incontro dei bambini e delle educatrici. Questa attività del giorno serve per diversi scopi:

  • sostiene lo sviluppo dell’identità personale in relazione all’altro (io ci sono, Mario c’è, Giulia non c’è perché è malata ma tornerà.)
  • stimola ed abitua i bambini a manifestare i propri sentimenti e a comunicarli (Giovanni ha pianto quando la mamma è andata via, perché….Adesso non piange più, perché…..)
  • sviluppa le capacità di riconoscere le emozioni dell’altro ed accettarle (empatia)
  • utilizza l’emozione come modo di riconoscere la realtà
  • fornisce delle regole esplicite (stare tutti seduti) ed implicite (lo stare in gruppo, il comunicare con l’altro, il decidere in gruppo)

Dalle ore 9,30 alle ore 10,00  Colazione  

La colazione assume una funzione importante nell’educazione alimentare dei bambini. Saranno somministrati cibi naturali adeguati alla pausa mattutina: vengono somministrati frutta ed un dolce confezionato per l’occorrenza tutte le mattine secondo un piano dietetico previsto dal pediatra e verificato dal servizio di dietologia del Comune e della A.s.l.  RM D

Dalle ore 10,00 alle ore 11,30         Attività     

Saranno proposte, secondo il progetto didattico, attività da svolgere prevalentemente in piccolo gruppo

Dalle ore 11,30 alle ore 12,00         Preparazione al pranzo e igiene personale      

I bambini, dopo aver riordinato i materiali di gioco con l’educatrice, a piccoli gruppi, si recano in bagno per le pratiche igieniche necessarie prima del pranzo. Successivamente aiutano ad apparecchiare. Ogni bambino ha il suo posto fisso a tavola, in modo che i posti dei bambini assenti restino vuoti e sguarniti di stoviglie. E’ anche questa un’attività didattica che sviluppa il pensiero rappresentativo (l’altro esiste anche se non può essere presente).

Dalle ore 12,00 alle ore 12,30          Pranzo          

Il pranzo è un momento significativo, sia dal punto di vista educativo che dal punto di vista della relazione tra adulto e bambino e tra bambini. E’un momento denso di emozioni e socialmente importante perché è sufficiente seguire la regola dello stare seduti per vivere con piacevolezza questo momento, conversando, commentando i sapori, imparando a fare da sé.

Dalle ore 12,30 alle ore 13,00         Igiene personale 

I bambini a piccoli gruppi tornano in bagno per il cambio, il lavaggio delle mani, del viso, dei denti ed eventualmente il cambio degli indumenti. Queste operazioni sono condotte quanto più possibile dai bambini stessi. L’educatrice interviene a sostegno e in aiuto dove e quando occorre.

Dalle ore 13,00 alle ore 14,30         Riposo      

Le educatrici intrattengono i bambini nella rilassante attività di lettura e racconto di storie, ciò aiuta ad introdurli gradualmente al riposo. Ciascun bambino ha il suo lettino e sarà premura dell’educatrice porre attenzione alle necessità del sonno di ciascuno.

Dalle ore 14,30 alle ore 15,30         Risveglio e merenda    

Anche il risveglio va curato per quanto possibile in modo personalizzato. Ogni bambino ha i suoi tempi di ripresa dal sonno. La merenda segue le stesse regole di quella del mattino e del pranzo.

alle ore 15,30 cambio e igiene personale      I bambini vengono aiutati con le modalità già descritte a curare la propria igiene personale dopo la merenda, ed a riporre gli indumenti sporchi nello zainetto personale da portare a casa.

Dalle ore 15,30 alle ore 16,30          Gioco libero in attesa dei genitori  

Generalmente i giochi preferiti in questo periodo della giornata sono i giochi motori, soprattutto quelli all’aperto nella bella stagione. Il ricongiungimento sarà curato con le stesse modalità dell’accoglienza.

L’organizzazione della giornata descritta si riferisce alle sezioni dei bambini Medi e Grandi in quanto la  struttura educativa  L’Orsetto si rivolge specificatamente alle fasce d’età superiori ai 12 mesi.

Alimentazione

Particolare attenzione sarà prestata alla preparazione del cibo che sarà effettuata nella cucina del nido dal Personale dedicato, sotto la supervisione della referente del servizio in ottemperanza ai criteri di autocontrollo del dispositivo H.A.C.C.P..

I menù sono appositamente studiati dal nostro pediatra, in armonia con quanto indicato dagli indirizzi della dietologia del Servizio nidi di Roma Capitale Municipio X e soggetti alla vigilanza del servizio S.I.A.N. della Azienda Sanitaria Locale RM D, tenendo in giusta considerazione le esigenze soggettive dei bambini.

Calendario e orario di funzionamento

Il nido “L’Orsetto” funzionerà dal 1 settembre al 31 luglio con esclusione di tutte le festività sia civili sia religiose.

L'orario di funzionamento sarà compreso tra le ore 08,00 e le ore 16.30 per cinque giorni alla settimana, dal lunedì al venerdì.

L'ingresso dei bambini avverrà tra le ore 08,00 e le ore 09,30.

L’uscita avverrà come primo orario alle ore 14,30; per tutti coloro che abbiano optato per la scelta di massima estensione alle ore 16,30.

In osservanza delle indicazioni e delle deliberazioni del dispositivo della convenzione con Roma Capitale il calendario annuale scolastico troverà applicazione, sia nel periodo delle festività Natalizie e Pasquali e nelle altre giornate festive, con la sospensione delle attività come previsto dalla circolare del Dipartimento dei Servizi Educativi e Scolastici consultabile su questo stesso sito  nella sezione degli "Avvisi". 

Le figure professionali

Il gruppo educativo impegnato nel nido "L’Orsetto" sarà composto da:

-il referente del servizio: nella persona della titolare, che si occuperà della gestione, sovrintenderà lo svolgimento delle pratiche giornaliere e curerà i rapporti con le famiglie e promuoverà interventi con gli altri servizi educativi del territorio;

-il coordinatore educativo: coordinerà il gruppo educativo nelle attività di programmazione e verifica del progetto educativo;

-le educatrici: sono in funzione del numero di bambini afferenti secondo le prescrizioni di legge;

-il personale di cucina:  si identifica prevalentemente nel personale formato per tale funzione;

-il personale delle pulizie:  che opererà giornalmente nelle cure di igienizzazione e pulizia dei locali routinariamente ed ogni qualvolta se ne manifesti la necessità.

Tutti i componenti il gruppo educativo sono in possesso dei titoli di studio previsti dalla normativa vigente.

L’organico sarà mantenuto stabile per l'intero anno scolastico, compreso il personale educativo supplente di cui si dispone un elenco di nominativi già precedentemente selezionati, nel rispetto del rapporto educatore/bambino in ottemperanza alla normativa vigente

A tutto il personale dipendente sarà applicata la normativa  prevista in materia di CCNL compresa quella antinfortunistica.

Il personale dipendente osserverà l'orario di lavoro previsto dal contratto di lavoro di settore e sarà articolato in turni di lavoro funzionali alle esigenze del servizio e parteciperà agli appuntamenti formativi che rappresentano un elemento fondamentale per lo sviluppo della professionalità del gruppo educativo nei suoi diversi aspetti.

Programmazione e verifica del progetto educativo

Considerata l'enorme importanza che riveste la riflessione sulle esperienze educative e la continua elaborazione del complessivo progetto in questione, il gruppo di docenza del nido "L’Orsetto”, con molta attenzione, organizzerà gli spazi ed i tempi relativi allo svolgimento delle attività di programmazione, di osservazione, di verifica e valutazione nonchè la relativa documentazione.

Il gruppo educativo avrà l'abitudine di raccogliere, in forma organizzata, coordinata e continuativa  nel tempo,  documentazioni  delle diverse esperienze e attività che si svolgeranno nel nido.

I materiali documentali prodotti saranno adeguatamente conservati e potranno essere periodicamente oggetto di riflessione collegiale.

Sarà cura del Personale educativo raccogliere documentazione fotografica rappresentante momenti di quotidianità della vita di nido finalizzati a creare dei “diari” personali  sulle attività dei bambini, che saranno consegnati alle famiglie in occasione della festa di fine anno.

Raccordo con le strutture educative presenti nel territorio

Il referente del servizio del nido "L’Orsetto" avrà cura d'inserire opportunamente la struttura nella rete territoriale, in modo particolare con gli altri nidi sia comunali che privati, anche attraverso i materiali documentali prodotti dal gruppo educativo, considerati validi strumenti di comunicazione delle esperienze.

Saranno, inoltre, promossi momenti di raccordo con le scuole dell'infanzia, finalizzati al raggiungimento della continuità educativa.

                                     PROGETTO EDUCATIVO  a.e.  2024 / 2025

                                                            Le Relazioni: viaggio tra emozioni e colori.

Premessa del progetto educativo

Nel contesto della scuola dell’infanzia, le relazioni interpersonali giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo dei bambini. Quest’anno, il nostro nido avrà l’opportunità di accogliere coppie di fratellini e sorelline gemelle, oltre a fratelli e sorelle maggiori e minori. Questa dinamica familiare arricchisce l'ambiente educativo, poiché favorisce l'interazione e la condivisione tra i piccoli, creando legami unici che promuovono la crescita sociale ed emotiva. Le esperienze condivise tra gemelli e tra fratelli/sorelle offrono occasioni preziose per sviluppare competenze relazionali, come l'empatia e la comunicazione.

In questo contesto, è cruciale anche la relazione tra genitori ed educatrici. Una comunicazione aperta e collaborativa consente di creare un ambiente di apprendimento sereno e stimolante, in cui ogni bambino si sente supportato e valorizzato. Le educatrici, da parte loro, svolgono un ruolo fondamentale, non solo come guide ma anche come figure di riferimento, capaci di ascoltare e rispondere ai bisogni dei bambini. Le relazioni positive tra bambini ed educatrici sono essenziali per costruire un clima di fiducia e sicurezza, che permette ai piccoli di esplorare, scoprire e crescere.

Abbiamo pensato di affrontare questo percorso sulle relazioni interpersonali utilizzando le emozioni che si manifestano attraverso l’utilizzo dei colori che le rappresentano.

Come affermava il pedagogista Loris Malaguzzi: "Non c'è una cosa come un bambino, ma ci sono i bambini, ognuno con la sua storia, il suo modo di pensare, il suo modo di essere". È proprio attraverso queste relazioni che possiamo valorizzare ogni singolo bambino e il suo percorso educativo.

Nella scuola dell’infanzia, i bambini iniziano a esplorare il mondo delle emozioni e dei colori, due elementi fondamentali per la loro crescita e sviluppo. Le emozioni influenzano il comportamento e le relazioni interpersonali, mentre i colori possono evocare stati d'animo e sensazioni. Questo progetto educativo intende favorire un ambiente in cui i bambini possano esprimere e riconoscere le proprie emozioni attraverso l’uso dei colori, coinvolgendo attivamente anche i genitori e le educatrici, creando così una rete di relazioni positive e significative.

Finalità

1. **Sviluppare la consapevolezza emotiva**: Aiutare i bambini a riconoscere e nominare le proprie emozioni e quelle degli altri.

2. **Stimolare la creatività**: Utilizzare i colori come strumento per esprimere emozioni e sentimenti.

3. **Favorire le relazioni interpersonali**: Creare occasioni di confronto tra bambini, educatrici e famiglie per rafforzare i legami affettivi e sociali.

4. **Incoraggiare la comunicazione**: Promuovere l’espressione verbale e non verbale delle emozioni attraverso giochi, attività artistiche e discussioni.

Metodologia

Il progetto si articolerà in diverse fasi, utilizzando un approccio ludico e interattivo. Le attività proposte saranno suddivise in laboratori, giochi di gruppo e momenti di riflessione. La metodologia si baserà su:

1. **Attività pratiche**: I bambini parteciperanno a laboratori artistici in cui utilizzeranno colori per rappresentare emozioni. Ad esempio, utilizzeranno il rosso per la rabbia, il blu per la tristezza, il giallo per la gioia, ecc.

2. **Racconti e narrazioni**: Attraverso storie e favole, i bambini esploreranno situazioni emotive, discutendo come i personaggi si sentono e come reagiscono.

3. **Giochi di ruolo**: I bambini giocheranno a interpretare diverse emozioni, utilizzando espressioni facciali e movimenti del corpo.

4. **Coinvolgimento dei genitori**: Organizzazione di incontri e laboratori con i genitori per discutere l'importanza delle emozioni e dei colori nella crescita dei bambini, creando un dialogo aperto tra casa e scuola.

Attività Proposte

**1. Laboratorio di Pittura Emotiva**

- Materiali: tempere, pennelli, fogli grandi.

- Attività: I bambini dipingeranno un grande murales, scegliendo colori che rappresentano le loro emozioni.

**2. Storia delle Emozioni**

- Materiali: libri illustrati sul tema delle emozioni.

- Attività: Lettura di storie in cui i personaggi vivono diverse emozioni. Discussione finale sull’emozione provata e collegamento con i colori.

**3. Gioco delle Maschere**

- Materiali: cartoncini, colori, forbici, elastici.

- Attività: Creazione di maschere che rappresentano diverse emozioni. I bambini indosseranno le maschere e parteciperanno a un gioco di ruolo per esprimere l’emozione rappresentata.

**4. Caccia al Colore**

- Materiali: oggetti di diversi colori distribuiti nel giardino o nell’aula.

- Attività: I bambini dovranno raccogliere oggetti di un colore specifico e, per ogni colore, discuteranno l’emozione ad esso associata.

Riparazione delle Relazioni

All'interno del progetto, la riparazione delle relazioni gioca un ruolo cruciale. Le emozioni, quando non gestite, possono portare a conflitti o malintesi tra i bambini. È quindi fondamentale insegnare ai piccoli come affrontare e risolvere le situazioni conflittuali.

**1. Riconoscere le Emozioni Negative**

Iniziare a creare un linguaggio comune attorno alle emozioni negative, come la frustrazione o la delusione. Attraverso giochi di ruolo, i bambini possono immedesimarsi in diverse situazioni e riflettere su come si sentono e su come gli altri possono sentirsi.

**2. Attività di Mediazione**

Organizzare momenti di mediazione in cui i bambini possono esprimere il loro punto di vista riguardo a un conflitto. In questo modo, si insegna loro l'importanza dell'ascolto attivo e della comprensione reciproca.

**3. Creazione di un "Gioco della Riparazione"**

Sviluppare un gioco in cui i bambini possono praticare strategie per riparare le relazioni. Ad esempio, potrebbero dover scegliere un colore che rappresenta come si sentono dopo un conflitto e poi trovare un modo per "colorare" la situazione, ad esempio facendo una piccola attività insieme o scambiandosi un messaggio positivo.

**4. Riflessioni di Gruppo**

Al termine di ogni attività, riservare del tempo per riflessioni di gruppo. Questo non solo promuove la consapevolezza emotiva, ma rinforza anche i legami tra i bambini.

Relazioni tra Bambini, Genitori e Educatrici

Le relazioni sono un aspetto fondamentale del progetto. È importante comprendere come le interazioni tra i bambini, le educatrici e i genitori influenzino lo sviluppo sociale ed emotivo.

1. **Bambino-Bambino**: Le interazioni tra pari sono essenziali per lo sviluppo delle competenze sociali. Attraverso giochi di gruppo e attività collaborative, i bambini imparano a lavorare insieme, a condividere e a negoziare. Queste esperienze aiutano a costruire empatia e rispetto reciproco.

2. **Bambino-Educatrice**: Le educatrici svolgono un ruolo cruciale nel guidare i bambini nella comprensione delle emozioni. Fornendo un ambiente sicuro e stimolante, le educatrici possono aiutare i bambini a esprimere e gestire le loro emozioni, fungendo da modelli e facilitatori delle relazioni.

3. **Bambino-Genitore**: Coinvolgere i genitori è fondamentale. Organizzare incontri e laboratori in cui i genitori possono partecipare attivamente permette di creare un legame tra casa e scuola. Questo rafforza la comunicazione e offre ai genitori strumenti per sostenere i propri figli nel riconoscere e gestire le emozioni.

4. **Educatrice-Genitore**: Stabilire una comunicazione aperta tra educatrici e genitori è essenziale per il benessere del bambino. Incontri regolari per discutere i progressi e le difficoltà dei bambini favoriscono un approccio coeso e integrato nell'educazione emotiva.

Valutazione del Progetto

La valutazione del progetto avverrà attraverso l’osservazione diretta delle attività e la raccolta di feedback dai genitori e dalle educatrici. Si prevede di realizzare un incontro/festa finale per presentare i risultati del progetto, mostrando i lavori realizzati dai bambini e condividendo le esperienze vissute.

Conclusioni

Il progetto " Le Relazioni: viaggio tra emozioni e colori." rappresenta un’opportunità unica per i bambini di esplorare e comprendere il mondo delle emozioni attraverso l’arte e il gioco. Coinvolgendo anche i genitori e le educatrici, si creerà una comunità educativa coesa, capace di sostenere i bambini nel loro sviluppo emotivo e relazionale. Attraverso questo percorso, si getteranno le basi per una crescita armoniosa, in cui ogni bambino potrà sentirsi accolto, ascoltato e compreso. La riparazione delle relazioni sarà un valore aggiunto, insegnando ai bambini che i conflitti possono essere risolti e che ogni emozione, anche quelle difficili, possono diventare opportunità di crescita. Le relazioni positive tra tutti i soggetti coinvolti sono la chiave per un ambiente educativo sano e stimolante.

PROGETTUALITÀ EDUCATIVA  A.e. 2023/2024

 

Tra gioco e realtà: scopriamo il nostro “minimondo”

“L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l’immaginazione invece abbraccia tutto il mondo”

B. Franklin

IL GIOCO AL NIDO:

L’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite con la Risoluzione 44/25 del 20 novembre 1989, riconosce il gioco come un “diritto” inviolabile ed insindacabile di ogni bambino.

Il gioco per i bambini non è un passatempo, ma un lavoro, un’occupazione, è la loro principale attività ed è portatrice di una molteplicità di significati.

il gioco sostiene e alimenta l’apprendimento dei bambini in quanto attraverso il divertimento, lo svago e il disimpegno permette al piccolo utente di sviluppare concentrazione, ingegnosità e abilità. Giocando si impara a conoscere il proprio corpo e i propri limiti, si perfezionano nuovi schemi motori e comportamentali.  Il gioco, rappresenta una tappa evolutiva fondamentale, un passo decisivo nello sviluppo dell’intelligenza come capacità di costruire un linguaggio e quindi di dare un’interpretazione del mondo.

Il gioco è il processo attraverso cui si costruiscono il sé dell’individuo e le relazioni.

 Per questo il Nido rappresenta un contesto ideale per la crescita. Poter beneficiare della presenza di altri bambini e di un adulto esperto di processi di apprendimento e di predisposizione dei contesti adeguatamente sfidanti garantisce possibilità di sviluppo che si misurano, giorno dopo giorno, osservando i loro passi in avanti.

C’è gioco e gioco ma è nel gioco liberamente scelto dal bambino che interviene la motivazione intrinseca che è la vera spinta alla base dell’apprendimento, perché il soggetto è mosso da interesse personale, curiosità, stupore e piacere.

Il ruolo dell’adulto di fronte al gioco del bambino è quello di osservare gli interessi dei bambini, cogliere la loro curiosità, capire qual è il gioco che stanno portando avanti.

È importante che l’adulto riconosca lo step di apprendimento e offra il materiale capace di far progredire le loro scoperte. E, aspetto fondamentale, dovrebbe tornare ad accendersi di curiosità, proprio come fanno i bambini.

IL GIOCO ATTRAVERSO L’EVOLUZIONE DEL BAMBINO:

Il gioco, sin dai primi mesi di vita del neonato, e’ significativo per lo sviluppo intellettivo del piccolo utente, poiché attraverso l’attività ludica, il bambino sorprende se stesso e nella sorpresa acquisisce nuove modalità per entrare in relazione con il mondo esterno.

Jean Piaget afferma che esplorando, manipolando e sperimentando, inizialmente il suo corpo e successivamente gli oggetti, il bambino impara a coordinare azioni e percezioni, comprendendone le prime connessioni causali. Mettendo in correlazione lo sviluppo del gioco con quello mentale, afferma che il gioco è lo strumento primario per lo studio del processo cognitivo del bambino e che esso rappresenta la “più spontanea abitudine del pensiero infantile”.

Non solo, il gioco stimola la memoria, il linguaggio, l’attenzione, la concentrazione, favorisce lo sviluppo di schemi percettivi e la capacità di confrontarsi e relazionarsi; ne consegue che una scarsa attività ludica può comportare nel bambino gravi carenze dal punto di vista cognitivo.

Piaget individua tre stadi di sviluppo del comportamento ludico:

1.       giochi di esercizio: caratterizzano il primo anno di vita (fase “senso-motoria”) e non sono altro che la ripetizione di schemi di comportamento motori o vocali osservati nell’adulto. Afferrando, dondolando o portando gli oggetti alla bocca, aprendo e chiudendo le mani, il bambino impara a coordinare i gesti e ad esercitare il controllo sui suoi movimenti.

2.       giochi simbolici: caratterizzano il periodo compreso tra i 2 e i 6 anni (“fase rappresentativa”), durante il quale i bambini sviluppano la capacità di rappresentare, mediante gesti o schemi appresi, una situazione non attuale. La capacità di immaginazione ed imitazione acquisita in questa fase, consente loro di riprodurre esperienze viste, ma non ancora sperimentate in prima persona.

3.       giochi con regole: compaiono tra i 7 e gli 11 anni (“fase sociale”), quando il bambino inizia a vivere il rapporto con gli altri. Tali giochi, richiedono la capacità di condividere e rispettare determinate regole della socializzazione tra pari.

Le varie modalità di gioco sono legate allo sviluppo emotivo del bambino e vanno modificandosi con la crescita, per questo sono rivelatrici del suo equilibrio psichico.

        Si possono individuare 5 tappe:
0-1 anno: questa prima fase garantisce al bambino delle sensazioni che gratificano ed arricchiscono il Sé che pian piano va strutturandosi. I primi giochi del bambino coinvolgono il proprio corpo o il corpo della mamma, ma gli oggetti circostanti attraggono comunque la sua attenzione. Il carattere esplorativo e ripetitivo dei giochi che caratterizzano questa fase, serve al bambino per imparare a distinguere tra il Sé e il Non-Sé.

2 anni: il bambino inizia a prendere coscienza della separazione dalla madre, con conseguenti ansie d’abbandono. Il gioco può quindi diventare espressione di questa dinamica. In questa fase subentra quello che D. Winnicott chiama oggetto transazionale, ovvero, un oggetto offerto al bambino dalla principale figura di accudimento (in genere, la madre), la cui funzione è quella di rassicurarlo nel momento in cui la mamma non è presente. Successivamente, quando il bambino acquisisce la consapevolezza della figura materna e la capacità di tollerarne l’assenza, l’oggetto transazionale viene abbandonato.

3 anni: è l’età in cui emergono, secondo Freud, giochi che rivelano la dinamica edipica che il bambino affronta in questa fase. Compaiono i primi giochi di socializzazione: il bambino è interessato a giocare con i compagni e prova piacere nell’imitare il comportamento degli adulti.

4-5 anni: in questa fase i giochi sono espressione delle dinamiche interne che il bambino sta vivendo. Il gioco della bambola, del dottore o il gioco a nascondino, sono tipici di questa fase. Attraverso tali giochi il bambino può drammatizzare una punizione o proibizione subita.

6-10 anni: nell’età della fanciullezza, i giochi diventano di gruppo e con regole, permettendo al bambino di sperimentare lo stare con gli altri. Le regole garantiscono il buon funzionamento del gioco.

LE CAPACITÀ DI SVILUPPO NEL BAMBINO CHE GIOCA:

Fin dalla nascita, il gioco permette al bambino di:

 sviluppare la motricità;

strutturare il senso di spazio, di tempo;

consolidare la propria autostima;

strutturare la percezione di sé come agente attivo nel mondo,

Sviluppare la capacità di muoversi con sicurezza e con cognizione di causa.


Secondo il terapista del gioco O. Fred Donaldson, il bambino che gioca sviluppa notevoli vantaggi e benefici duraturi nel tempo in diversi ambiti:
in ambito sociale il gioco stimola nel bambino:
• aumento dell’empatia e della condivisione,
• sviluppa lo stimolo di inclusione,
• aumenta lo spirito di gruppo,
A livello fisico il gioco :
• diminuisce lo stato di  stress e fatica
• aumenta la capacità dei movimenti, della coordinazione, dell’agilità, dell’equilibrio e della flessibilità.
In ambito emotivo e comportamentale, invece, il gioco:
• riduce la percezione della paura,
• genera gioia, autostima e padronanza di se stessi,
• aumenta lo stato di determinazione, di calma, la capacità di adattamento e l’abilità di affrontare sorprese e cambiamenti,
• permette il conforto in situazioni di sofferenza e cambiamento.

DALLA SCATOLA AZZURRA AL MINIMONDO:  CHE COS’E LA SCATOLA AZZURRA:

La scatola azzurra è un gioco educativo il  cui obbiettivo è quello di far vivere ai bambini l’esperienza di sentirsi a contatto con gli elementi naturali aiutandoli nel loro sviluppo attraverso la scoperta .

La scatola azzurra è una sabbiera completamente dipinta di azzurro, per ricordare il mare e il cielo e quando viene inserita la sabbia infonde serenità in chi la utilizza. Essa è stata introdotta nelle scuole italiane, con il nome di scatola azzurra, dall’insegnante Paola Tonelli, la quale ha preso ispirazione dalla psicanalista Svizzera Dora Kalff, che , scoprendo il valore terapeutico della sabbia,  nelle sue sedute di terapia con i bambini , iniziò ad inserire queste scatole di sabbia, chiamate sand box per avvicinare i bambini agli elementi della natura per alleviare lo stato di nevrosi e le loro problematiche derivate dall’ uso eccessivo della tecnologia . Infatti Dora Kalff afferma che il potere terapeutico del gioco della sabbia è un potente mezzo per esprimere se stessi e costruire il proprio mondo interiore. Nelle scuole e nei nidi ,la scatola azzurra proposta come materiale didattico ed espressivo stimola la creatività del bambino, la produzione linguistica, le abilità logiche e le osservazioni scientifiche, la spontanea collaborazione tra bambini, sviluppando e allenando la concentrazione.

Con la scatola azzurra si possono realizzare percorsi sensoriali, di manipolazione, di gioco simbolico, con i bambini che pur se guidati dell’adulto, essi riescono ad esprimersi liberamente, lasciando ampio spazio alla creatività e al divertimento.

Essa possiede moltissime qualità pedagogiche:

·         offre la possibilità di sperimentare percezioni sensoriali diverse manipolando, utilizzando e conoscendo materiali naturali come

         sabbia, sassi, conchiglie, foglie, rametto ecc

·         Consente al bambino di esprimere emozioni e stati d’animo

·         Premette la creazione di storie, paesaggi e creazioni fantastiche che stimolano spontaneamente la collaborazione tra più bambini

·         È un gioco molto libero, senza regole perciò il bambino può utilizzare gli elementi proposti secondo i propri bisogni e desideri

·         Stimola la concentrazione e l’attenzione.

COME È COMPOSTA LA SCATOLA AZZURRA:

Le scatole azzurre sono delle vaschette, scatole o contenitori azzurri che contengono sabbia o terra che permettono al bambino di manipolare e giocare liberamente. Oltre alla vaschetta come base di gioco, al bambino viene disposto altro materiale come ad esempio : materiale naturale ( conchiglie, sassi, Rametti, foglie ecc), piccoli giocattoli di legno ( mattoncini colorati per rappresentare delle casette,palazzi ecc, oppure dei trenini), alcuni personaggi( pupazzetti o animali) e anche qualche attrezzo ( una piccola paletta, rastrello,passino ecc).

Perciò, attraverso la scatola azzurra ed il materiale messo a disposizione, il bambino può costruire il proprio minimondo e giocarci liberamente.

 CHE COS’E IL MINIMONDO:

Il gioco del piccolo mondo è una rappresentazione in miniatura dove vengono create delle ambientazioni naturali , reali e fantastiche che consentono al bambino di vivere esperienze educative ricche di creatività e di immaginazione . Il minimondo viene allestito da un adulto e posizionato all’ interno di una grande scatola in modo da lasciar libero il bambino di sviluppare la sua creazione.   L’ambientazione del minimondo ha un tema specifico e viene scelta in base al tipo di rappresentazione che si vuole creare. Per esempio i diversi habitat naturali come la savana , la fattoria il mare   che permettono ai bambini di osservare ed esplorare i diversi ambienti di vita . Lo scenario deve essere ricco di oggetti ed elementi sensoriali   e naturali che aiutano a stimolare la curiosità e a rendere il gioco più interessante . (come ad esempio foglie , sabbia, pigne e conchiglie )

Come tutte le diverse tipologie di gioco, anche quello del piccolo mondo presenta diverse aree di sviluppo del bambino, quali:

Sviluppo emotivo :

grazie alla messa in scena di diverse tipologie di ambientazione, il bambino ha l’opportunità di entrare in contatto con le sue emozioni, e di pensarle, in modo sicuro, garantito dalla cornice simbolica del gioco, rielaborando i suoi vissuti emotivi. Inoltre, mentre gioca al piccolo mondo, il bambino può aumentare il suo senso di padronanza e di controllo sulla realtà, rinforzando la fiducia in sè e il senso di auto-efficacia (“sono capace di trasformare il mondo e di agire su di esso in base alla mia volontà”);

Sviluppo sociale: 

quando i bambini giocano in piccolo gruppo con queste ambientazioni, hanno l’opportunità di mettere in campo diverse abilità sociali come, ad esempio, la capacità di fare a turno, di ascoltare le idee altrui, e di condividere.

 Sviluppo cognitivo: 

sono diverse le situazioni che il bambino affronta durante il gioco del piccolo mondo come risolvere , ragionare e sperimentare le molteplici soluzioni .

 Sviluppo linguistico:

mentre il bambino gioca, anche individualmente, è naturalmente portato a verbalizzare ad alta voce ciò che sta facendo, nominando i vari oggetti/personaggi e narrando quanto sta inventando.

LIBRO A CACCIA DELL’ORSO:

Come ogni anno iI nostro progetto educativo, prevede la lettura di un libro che useremo come filo conduttore durante tutto l’anno scolastico e  per rimanere sulla scia dell’argomento proposto abbiamo scelto la storia di un albo che si focalizzerà sull’avventura di un’allegra famigliola intraprendente e unita, che un giorno decide di andare

alla ricerca dell’orso, descritta nel libro “A caccia dell’orso” di Michael Rosen e Helen Oxenbury, edito da Mondadori.

In questa storia bambini, mamma, papà e un  cane condividono questa esperienza, superando sempre insieme gli

ostacoli che incontrano sul cammino sfidando il pericolo passeranno attraverso alti fili d’erba frusciante, immergendosi in freddi corsi d’acqua, oltrepassando distese di fango appiccicoso o inoltrandosi nel fitto della foresta minacciosa.

Ogni volta che la famiglia supera una difficoltà, la natura torna alla carica, sottoponendole una

nuova prova, ancora più impegnativa

I cinque, accompagnati dal loro fedele

cane, decidono di andare avanti, aiutandosi reciprocamente, sostenendosi l’un l’altro, prendendo per mano i più piccoli,

aspettando i più lenti, animati da un forte spirito di gruppo e da un notevole affiatamento.

La ricerca dell’orso va avanti fino a quando, all’improvviso, si ritrovano finalmente davanti alla soglia

della grotta dell’orso . Lo stato d’animo generale cambia e alla vista dell’orso, i nostri protagonisti si danno alla fuga. Una

fuga rocambolesca e ad alta velocità, con l’orso alle calcagna. Una lunga corsa a ritroso, ripercorrendo

tutti i luoghi e gli ostacoli incontrati fino a quel momento.

Una volta che Tutti sono al sicuro sotto le coperte del lettone, l’orso minaccioso, rimasto fuori dall’uscio, se ne torna sconsolato nella sua caverna.

 L’adrenalina e la paura lasciano il posto alla ritrovatapace e serenità.

Questo preziosissimo libro, oltre ad aiutare i bimbi ad acquisire maggior consapevolezza del proprio

corpo e della realtà sensoriale in cui sono immersi, ci trasmette un importantissimo messaggio.

Bisogna attraversare, passare in mezzo.

In mezzo al campo di erba, al fiume, alla melma, al bosco, alla tempesta di neve, alla grotta stretta e

scura. In mezzo alla paura. In mezzo alle emozioni, alle sensazioni. Bisogna mettersi alla prova.

La cosa importante è farlo insieme a chi, ogni giorno, ci tiene per mano.

L’Importanza della LETTURA IN INGLESE:

Ispirate dalle lezioni di Hocus e Lotus della maestra d’inglese Michela,  che si occupa di insegnare l’inglese ai nostri bambini come attività extrascolastica, abbiamo deciso di introdurre il libro di progetto “A caccia dell’orso”, anche nella lettura in lingua inglese per allenare la mente dei nostri bambini anche in una lingua diversa dalla propria.

L'avvicinamento alla lingua inglese risulta particolarmente efficace nei bambini molto piccoli perché dotati di grande plasticità cerebrale, della capacità di memorizzare, di intuire e di imitare. È importante che l'apprendimento avvenga in maniera naturale e divertente; La lettura ad alta voce in inglese di libri illustrati è un attività in grado di coniugare l'aspetto ludico ed educativo, creando un momento piacevole e stimolante, che permette al bambino di abituarsi al suono di una lingua che non è la sua, di familiarizzare con i nuovi vocaboli e di lasciarsi trasportare emotivamente dal racconto della storia e dalle immagini. Gli obiettivi sono quelli di stimolare la curiosità verso una lingua e una cultura differenti, incrementare l'ascolto, la comprensione, l'attenzione, la concentrazione .

ESEMPI ATTIVITÀ:

Le Attività che si possono svolgere con la scatola azzurra e la creazione dei minimondi stimolano nel bambino diverse abilità come:

 Abilità Manipolative, in quanto tramite il gioco con gli elementi naturali messi a disposizione nella scatola, i bambini possono scoprire ed esplorare, attraverso i sensi nuove esperienze.

 Abilità Creative in quanto i bambini possono creare delle storie fantastiche rappresentandole con gli oggetti che sono presenti nella scatola,

Abilità Matematiche e scientifiche poiché il minimondo può diventare un vero e proprio laboratorio dove svolgere vari esperimenti.

Tra le varie attività di progetto ci sono ad esempio:

Gioco con la scatola azzurra e tutti i materiali che gradualmente vengono inseriti in essa,

la realizzazione dei minimondi delle stagioni : utilizzando materiali naturali che ricordano la stagione corrente ( es. ghiaccio per l’inverno, foglie secche per l’autunno, sabbia per l’estate e prato e fiori per la primavera)

La realizzazione dei minimondi degli animali: utilizzando materiali naturali per rappresentare i diversi habitat ( es. Savana, foresta, mare ecc)

La realizzazione dei minimondi attraverso le culture: utilizzando materiali naturali per realizzare attività multisensoriali con diversi alimenti ( es. Attività con spezie tipiche di altre culture)

La realizzazione dei minimondi attraverso la costruzione di diverse ambientazioni: utilizzando materiali naturali e personaggi ( es. La costruzione della città, della campagna ecc) .

OBBIETTIVI FORMATIVI :

 sviluppo emotivo ,

Sviluppo sociale

 Sviluppo cognitivo

Sviluppo delle capacità fine-motorie

Sviluppo della coordinazione oculo-manuale

Stimolazione del linguaggio verbale

OBBIETTIVI SPECIFICI:

 Esercizio dell’ immaginazione e della creatività

Scoprire , sperimentare e manipolare nuovi materiali

Acquisire consapevolezza delle proprie percezioni sensoriali

Favorire la comunicazione verbale

Stimolazione e conoscenza della lingua straniera (attraverso la lettura dell’ albo in lingua  inglese)

CONCLUSIONE:

partire dalla lettura di un libro come filo conduttore per affrontare tante e nuove esperienze di crescita per il bambino, è alla base del nostro progetto educativo  che quest’anno si dedica alla creazione di diversi scenari che sviluppano  e alimentano le capacità cognitive , sociali, emotive e motorie.

Tutto ciò che i bambini possono apprendere tramite la creatività, l’immaginazione e il gioco è possibile realizzarlo attraverso il  loro “minimondo”.

PROGETTUALITA’ EDUCATIVA  A.E. 2022-2023

Il gioco simbolico:

Strategie, creatività ed immaginazione tutto in una scatola.

          “È nel giocare e soltanto mentre gioca che l’individuo, bambino o adulto, è in grado di essere creativo

             e di fare uso dell’intera personalità, ed è solo nell'essere creativo che l’individuo scopre il sé.”  

                                                                                            Donald Woods Winnicot

 

Il gioco simbolico

Il gioco simbolico è una modalità di gioco che permette al bambino di esprimersi liberamente, di “far finta di…” e di poter rielaborare la realtà in base alla sua esperienza.

Il “far finta di…” permette al bambino di fare un’esperienza creativa, simbolica, motoria e sensoriale.

In questa modalità di gioco i bambini non imitano quello che hanno vissuto, ma interpretano una storia. Proprio per questo il gioco simbolico diventa un modo per esprimere la sfera affettiva e relazionale del bambino che può esprimere i suoi sentimenti. La finzione permette al bambino di conoscere se stesso e la sua emotività, rielaborando esperienze vissute e attribuendogli nuovi significati.

 

L’evoluzione del gioco simbolico attraverso l’età del bambino

 IL NEONATO: gioco di tipo esplorativo e coinvolge tutti gli organi di senso. Conosce e   fa esperienza di oggetti di vita quotidiana cercando di capirne le caratteristiche e successivamente gli attribuisce una funzione e degli schemi d’azione (es. con la tazzina si beve!)
TRA I 18 E I 24 MESI: gioco di tipo imitativo, il bambino utilizza oggetti della vita quotidiana per giocare a “far finta di…”(es. da da bere alla bambola con la tazzina).
DOPO i 24 MESI: il bambino è pronto per il vero gioco simbolico. L’azione nasce dalle idee. Gli oggetti vengono trasformati in ciò che serve per poter realizzare il gioco pensato (es. un bastone che diventa un cavallo o una scatola che diventa una macchina).

 L’ IMPORTANZA DEL GIOCO SIMBOLICO E CIO’ CHE SVILUPPA NEL BAMBINO

Secondo l’autore Vygotskij il gioco è un’attività basilare per lo sviluppo intellettivo e, nella prima infanzia, la più importante. Attraverso la finzione ludica il bambino allarga il proprio campo di azione e di conoscenza, esprimendo principalmente il proprio bisogno di conoscere e di adattarsi al mondo.

La peculiarità del giocare a “far finta di”, sviluppa nel bambino:

•     Esercizio dell’immaginazione e della creatività

•     autoconsapevolezza

•     Riconoscimento delle proprie emozioni

•     Riconoscimento delle emozioni degli altri

•     Esercitazione di abilità cognitive

•     Esercitazione di abilità relazionali

 • Sviluppa le prime forme di pensiero astratto

•     Contribuisce all’arricchimento del lessico.

DAL GIOCO SIMBOLICO AL DESTRUTTURATO

Come possiamo capire il pensiero destrutturato? Abbiamo bisogno di immergerci nella mente dei bambini e immedesimarci nella loro immaginazione, nella capacità che hanno di poter diventare pirati con una scodella in testa e un mestolo in mano o di sentirsi delle principesse, perché si sdraiano su una sedia e aspettano il bacio del principe azzurro. Quindi i bambini sono in grado di vivere storie immaginarie, utilizzando materiali destrutturati.

 COS’E’ UN MATERIALE DESTRUTTURATO?

Sono materiali che non sono giocattoli, ma hanno la funzione di essere utilizzati come gioco simbolico. Questi materiali possono essere di legno, di carta o materiali naturali. Lo scopo del nostro progetto educativo è l’utilizzo di scatole di cartone che hanno una funzione versatile. Si possono colorare, trasformare, possono contenere, possono essere cavalcate e trasformarsi in qualsiasi cosa i bambini riescono ad immaginare.

L’IMPORTANZA DELLA LETTURA

 Ogni nostro progetto educativo parte sempre con la lettura di un libro. Questo accade perché la lettura assume un ruolo fondamentale nella routine quotidiana del nido. Raccontando ai bambini le storie, attraverso la lettura, si sviluppa e si rafforza  il rapporto d'intimità che lega l'adulto e il bambino. Inoltre, ascoltando una storia, il bambino sviluppa diverse capacità come l'attenzione, la creatività, la fantasia, l'immaginazione e l'acquisizione di termini linguistici nuovi. Grazie al racconto tramite la lettura, il bambino riesce a trovare momenti in cui riflettere per rielaborare con calma ciò che ha appena ascoltato, sviluppando così anche la capacità di ragionamento. La lettura permette al bambino di sviluppare diversi aspetti come l’aspetto cognitivo, emotivo e linguistico.

Dal punto di vista cognitivo, la lettura offre al bambino:

·       diversi modi di conoscere il mondo reale, oltre all’esperienza diretta

·       favorisce la comprensione di sé e degli altri;

·       allarga la mente alla scoperta e all’esplorazione;

·       sviluppa l’immaginazione, la fantasia, la creatività e la curiosità;

·       amplia la memoria e la tiene in allenamento.

·        

 Dal punto di vista emotivo gli consente di esplorare le sue emozioni più intime, dandogli un nome, in compagnia degli adulti che possono contenerlo, rassicurarlo, e nel caso serve fornirgli delle spiegazioni.

Attraverso le storie i bambini si immedesimano con i personaggi e riescono a far emergere le proprie emozioni condividendole con gli altri.

Il racconto di una storia aiuta il bambino a trovare il proprio equilibrio interiore. Nella storia i processi interiori sono esteriorizzati e diventano comprensibili in quanto rappresentati dai personaggi della storia e dai suoi eventi, in questo modo il bambino si identifica con il personaggio (affrontando e condividendo insieme al personaggio tutte le sue emozioni) e adotta le sue strategie per la risoluzione dei problemi, affrontando così anche le paure (come, ad esempio, la paura del buio).

Dal punto di vista linguistico, la lettura di storie consente al bambino:

·       un maggiore sviluppo linguistico

·        un arricchimento del proprio vocabolario, tramite l’ascolto e l’acquisizione di nuove parole

·        l’organizzazione del pensiero per la successiva comunicazione; il bambino interiorizza i nuovi vocaboli ed è pronto ad identificarli anche nelle esperienze future.

 

“NON E’ UNA SCATOLA”

Antoinette Portis (ed. kalandraka)

Il libro racconta l’esperienza di un coniglietto nel gioco simbolico. In questo tipo di attività il coniglietto apre le porte alla rappresentazione mentale, in cui la fantasia gioca a modificare i simboli, ovvero usa un oggetto facendo finta sia un altro: uno scatolone diventa una nave dei pirati, una macchina da corsa, ecc.

Il fulcro del libro è “facciamo finta che…”, il coniglietto diventa il portavoce di tutti i bambini che ripetono agli adulti una frase che riecheggia in tutto il libro:         

                           “NON E’ UNA SCATOLA!”.

ESEMPIO DI ATTIVITA’ LABORATORIALE

 Creare un’ambiente neutro, svuotandolo dai giochi che i bambini sono soliti usare e riempirlo di scatole (preferibilmente neutre e incolore). Tenere a disposizione diversi materiali (colla, colori, cartoncini colorati, nastri, materiale naturale ecc.)  per poter permette ai bambini di modificare le scatole secondo la loro immaginazione.

 OSSERVAZIONE

In questo genere di proposta educativa è importante il ruolo dell’adulto come osservatore, l’adulto che pone le basi per permettere ai bambini di potersi muovere liberamente nello spazio e di potersi esprimere giocando. L’ adulto osserva attentamente l’evolversi dell’attività, cercando di recepire tutti gli stimoli e gli spunti che i bambini continuano a dare mentre giocano. Questo permette l’evolversi delle attività, modulando le scelte che le educatrici faranno nella proposta educativa, basandosi sulle esigenze reali dei bambini.

OBIETTIVI FORMATIVI

•     Esprimersi liberamente

•     Inscenare emozioni

•     Sviluppo del movimento libero

•     Sviluppo dell’esperienza creativa

•     Sviluppo motorio

•     Sviluppo sensoriale

OBITTIVI SPECIFICI

•     Percezione dello spazio

•     Sviluppo di competenze relazionali e interpersonali

•     Acquisizione di elementi fondamentali per aumentare il concetto di stima e d’identità

•     Contribuire alla socializzazione

•     Favorire la comunicazione verbale (attraverso la lettura di libri)

CONCLUSIONI

Progettare per i bambini un libro come filtro, ponte e facilitatore di relazioni, un’oggetto transizionale che crea uno spazio dove ci si può incontrare e intraprendere viaggi creativi e di crescita. Poter esprimere liberamente le proprie emozioni e potersi relazionare con i propri compagni condividendo un’esperienza nuova e stimolante. Lasciare liberi i bambini di fare, imparare a non veicolare il gioco del bambino secondo la propria esperienza, ma affiancarlo rendendolo libero di esprimersi e di costruire la propria esperienza assecondando le proprie emozioni.

PROGETTUALITA’ EDUCATIVA

2021/2022

IL BAMBINO SCIENZIATO: DAL METODO SCIENTIFICO AL PENSIERO DEDUTTIVO.

“Tutti i più piccoli si interessano in modo naturale all’esplorazione degli oggetti, a compiere azioni su di essi e ad osservarne le relazioni.”

-Kamii e DeVries-

COME IL BAMBINO SVILUPPA COMPETENZE ATTRAVERSO IL “FARE RICERCA”

Il bambino, senza intento consapevole, si comporta come uno scienziato.

Le azioni di apprendimento e di conoscenza che il bambino mette in campo quando esplora la realtà hanno delle fortissime analogie con il metodo scientifico: egli osserva il mondo che lo circonda alla luce delle competenze che ha, che possono essere innate o apprese. Alla luce di queste competenze, si fa delle domande, durante la sua osservazione e formula delle ipotesi sul funzionamento. Si dà delle motivazioni e poi va a verificare attraverso un’azione diretta sulla realtà, in prima persona: queste azioni dirette di verifica della realtà in prima persona sono il gioco. Il bambino verifica le proprie ipotesi sul funzionamento del mondo e apprende attraverso il gioco, un gioco ripetuto, che viene riproposto e ricercato per più e più volte (bisogno di ripetitività dell’azione).

Il bambino tende per natura a ricercare la stessa situazione, la stessa modalità d’intervento, lo stesso gioco, a volte consecutivamente, a volte ci torna dopo settimane: altro non fa che compiere verifiche empiriche di quello che ha ipotizzato, a volte cercando gli stessi materiali, riproponendo la stessa situazione o uno stesso gesto. Sta facendo una verifica d’ipotesi.

Quando il bambino ha capito quello che doveva capire, abbandona il gioco: nel momento in cui usa i materiali, non sta andando a caso, ha infatti un pensiero guida ed è così interessato che se qualcuno glielo tocca, si arrabbia. Per questo è importante lasciarlo fare e fornire altri modi per fare la stessa esperienza.

Una volta che ha ottenuto conferma o non conferma dell’ipotesi, il bambino abbandona la sua indagine, solo dopo aver trovato la risposta che cercava, attraverso il suo fare ricerca.

La risposta che cercava è il suo apprendimento: una riposta positiva (il mondo funziona come avevo pensato) o negativa (la mia ipotesi non funziona).

L’analisi dei dati che lui ha ottenuto vanno a formare una nuova competenza.

METODOLOGIA

Il termine scientifico è legato a parole come “sperimentazione”, “classificazione”, “deduzione”. Queste parole si traducono in azioni e portano il bambino a vivere un processo che va dalla scoperta alla consapevolezza.

Attraverso quale modalità?

IL “FARE RICERCA”:

1.     Osservazione: prendere le informazioni attraverso l’attivazione di tutti e cinque i sensi, in maniera attiva.

2.     Sperimentazione: base fondamentale di ogni scoperta e chiave fondamentale di accesso alla conoscenza. Attraverso la sperimentazione il bambino interiorizza e memorizza un concetto attraverso un’esperienza ad esso collegata. Per avere un buono sviluppo cognitivo e psicomotorio i bambini devono poter sperimentare in libertà e per poterlo fare devono:

●       Manipolare: lavorare tra le mani sostanze diverse per selezionare, mescolare, classificare.

●       Sperimentare: sottoporre ad osservazione attraverso esperimenti, per stabilire dipendenza tra diversi fattori.

●       Fare esperienza: l’insieme di vissuti che permettono al bambino di acquisire conoscenze.

3. Ricerca: azione promossa dall’intenzionalità, che scaturisce da una propria iniziativa e da una sollecitazione finalizzata dell’adulto che motivi i bambini a scoprire ciò che sta oltre l’apparenza dei materiali.

Fare ricerca vuol dire osservare, manipolare, sperimentare, fare esperienza, domandare, formulare ipotesi e cercare risposte.

4. Ipotesi e deduzioni

I bambini sono capaci di rappresentare il mondo che li circonda, elaborare teorie intuitive, fare previsioni e deduzioni che li portano ad una forma di apprendimento simile a quanto si verifica nella mente degli scienziati. Secondo lo studioso Gopnik, le logiche di pensiero dei bambini sono simili ai modelli probabilistici. Il mondo fisico viene elaborato visivamente, attraverso la generazione di mappe, strutture ad albero ed altri grafici (sono equivalenti alle ipotesi riguardo la vera struttura del mondo reale). Queste rappresentazioni vengono utilizzate per fare previsioni sull’ambiente che li circonda; ad esempio un grafico causa - effetto usato per capire se un evento ne determinerà altri. Sono ragionamenti che seguono una logica di:

●       osservazione;

●       ipotesi;

●       verifica sperimentale.

 Il modello può funzionare anche in direzione opposta: ovvero dedurre la struttura della mappa partendo dall’evidenza. Inoltre i bambini riescono a riformulare le loro mappe sulla base dell’esperienza e ragionare secondo le logiche statistiche (base di ragionamento causa - effetto). In conclusione i bambini hanno una grande capacità di formulare ipotesi ed elaborare deduzioni.

Il bambino si intrattiene con le azioni che più gli piacciono e questo lo porta a fare molte prove, a verificare il funzionamento delle cose, le cause o l’effetto  che deriva dalle interazioni. Da quel momento entra nel mondo delle deduzioni per poi sistematizzare i procedimenti e verificare molte volte gli effetti di una determinata azione , fino ad arrivare ad anticipare un risultato senza aver esercitato alcuna azione. Tutto ciò non è casuale, ma il frutto di un processo sperimentale che aiuta a maturare l’apparato cognitivo.

IL “GIOCO”

Il gioco è una forma fondamentale di vita, un’esperienza creativa che contribuisce allo sviluppo grazie alla comunicazione che il bambino instaura con se stesso. Il bambino utilizza oggetti e circostanze del mondo esterno per porli al servizio del suo immaginario ( Winnicott). In più il gioco è tanto più ricco se fatto in gruppo, sviluppando competenze cooperative e collaborative (Bruner). La capacità di gioco del bambino è immensa, poiché sono in grado di trasformare qualsiasi oggetto in gioco ed è per questo motivo molto importante la scelta del materiale da offrire al bambino, affinché possa sviluppare immaginazione, capacità di creare, di mettere in relazione di inventare. Un materiale aperto, strutturato o de-strutturato, ricercato o essenziale, un materiale che stimoli il “fare domande” e il “cercare risposte”: un materiale che diviene “gioco scientifico”.

L’ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO

In un contesto organizzato è più facile favorire l’apprendimento. E’ importante predisporre l’ambiente scegliendo i materiali adatti e le condizioni ambientali ottimali per lo svolgimento delle attività e del lavoro di ricerca del bambino: un ambiente ben organizzato la massima libertà di sperimentazione e di scoperta delle proprie competenze, favorendo un apprendimento attivo.

L’ ADULTO E IL BAMBINO NEL METODO SCIENTIFICO

“Il più grande segno di successo per un insegnante…è poter dire: i bambini stanno lavorando come se io non esistessi”.                                             (Maria Montessori)

La capacità di “giocare” fa parte naturalmente dell’essere umano e un bambino è perfettamente in grado di giocare autonomamente. L’adulto si fa ricercatore insieme al bambino in questo percorso di scoperta, scegliendo materiali, pensando a proposte educative accattivanti e stimolanti e allo stesso tempo è osservatore del bambino che come un piccolo scienziato si attiva per fare esperienza della realtà. L’adulto pensa e progetta uno spazio di ricerca, si prende cura dei materiali da proporre e poi lascia che sia il bambino a cercarne i rapporti, le relazioni di causa-effetto, conoscendone in autonomia il proprio utilizzo e rilanciandolo allo stesso tempo.

OBIETTIVI SPECIFICI E OBIETTIVI FORMATIVI:

●       sviluppare un pensiero scientifico;

●       promuovere un apprendimento significativamente orientato e costruttivo;

●       creare una rete di informazioni e mettere in relazione i contenuti;

●       agire esperienze fisiche concrete, non partendo da concetti astratti;

●       conoscere l’astratto, partendo dall’azione e dall’esperienza;

●       sviluppare competenze di problem solving;

●       sviluppare un pensiero divergente e creativo.

●       migliorare la concentrazione e l’apprendimento;

●       sviluppare un’autonomia dal punto di vista cognitivo e motorio.

●       promuovere un senso di cooperazione e collaborazione (attraverso il giocare e lo sperimentare).

“Il pensiero scientifico è dei bambini e delle bambine e li accompagna nella loro scoperta del mondo anche quando noi adulti non ce ne rendiamo conto.

Fare ipotesi consente, infatti, di creare opportunità per dubitare, riflettere e confrontarsi mettendo i bambini e le bambine in condizione di approfondire lo sguardo, fare paragoni, andare alla ricerca di nuove informazioni, accogliere idee diverse, mettere a confronto ambiti di conoscenza apparentemente lontani fra loro”

R. Prandi

PROGETTUALITA’ EDUCATIVA

 anno educativo 2020/2021

"Un modo di pensare de-strutturato" :

 LOOSE PARTS.

(De-strutturiamoci !)

“Creatività è inventare, sperimentare, crescere, assumersi dei rischi, rompere regole, fare errori e divertirsi”.

                                                                                                                                                                                                                (Mary Lou Cook)

Il mondo de-strutturato e un pensiero divergente.

Esistono leggende in cui si racconta che questo tipo di materiale, non si limiti ad intrattenere i bambini per qualche ora; si narra di nidi completamente trasformati, di accumulo seriale di spazzatura e di gruppi, sezioni ed eserciti sterminati di bambini pericolosamente felici!

Se decidiamo di intraprendere questo viaggio alla scoperta di questa tematica e di quello che è il mondo de-strutturato, allora c’è bisogno di prendere alcuni accorgimenti:

●       abbandoniamo le classiche convenzioni e le strutture mentali sul gioco: i bambini adorano abbattere le torri di cubi e amano costruire ponti con assi di legno, perché loro, spesso, utilizzano una ciotola come cappello e non soltanto per cucinarvi una buonissima torta.

●       Liberiamoci dagli schemi che conosciamo: i bambini sapranno mostrarci l’ignoto.

●       Non guardiamo l’orologio, ma lasciamoci coinvolgere all’interno del loro tempo, nel loro spazio, frenetico, costruttivo, creativo, in continua evoluzione, inarrestabile.

Gioco euristico, loose parts o materiale destrutturato?

Siamo abituati ad associare i materiali destrutturati al gioco euristico, ma ora ci chiediamo: cosa sono queste loose parts che si riallacciano al concetto di materiale destrutturato, ma che non fanno parte del gioco euristico?

Materiale destrutturato.

Sono oggetti costituiti da materiale vario: elementi di carta, legno, elementi naturali (sassi, piume, conchiglie, legnetti, muschi, foglie...), ma anche vetro, stoffe e metalli, rotoli della carta igienica, tubi di gomma, mollette. Insomma, tutto ciò che non ha la specifica funzione di giocattolo, ma che si può utilizzare in modo simbolico e creativo.

Il gioco euristico

Il gioco euristico è un tipo di attività che mira alla scoperta degli oggetti (destrutturati) da parte del bambino e letteralmente significa “trovare, scoprire”: il bambino è libero di fare le sue scoperte da solo, senza l’interferenza degli adulti.

Il gioco euristico è una delle modalità ed esperienze di utilizzo del materiale destrutturato.: nella fase di sviluppo caratterizzata dal gioco euristico, i bambini infatti compiono una serie di azioni con gli oggetti come spostare oggetti nello spazio, riempire e svuotare i contenitori, fare pile e sovrapporre oggetti, infilare, far rotolare, mettere in equilibrio, selezionare e categorizzare, discriminare e scegliere, paragonare e mettere in serie.

Loose parts

Loose-parts letteralmente significa “parti libere, sciolte” quindi si intendono materiali naturali o di riciclo che non hanno un utilizzo predeterminato e che possono essere utilizzati in modo creativo e libero dai bambini. Tappi, tubi, sassi, molle, assemblati in modo libero secondo la creatività e la progettualità del bambino, senza interferenze o consegne esterne da parte dell’adulto. Sono oggetti che vengono spostati, accatastati, modificati, incastrati secondo la fantasia e l’immaginazione dei bambini. Ogni volta modificati, destrutturati e ricomposti in giochi e idee sempre nuove.

Cenni storici.

Possiamo ritrovare l’origine del concetto di “loose parts” (“parti sciolte”) in un articolo del 1971, pubblicato su una rivista di architettura, dall’artista e architetto Simon Nicholson, intitolato “Come non ingannare i bambini”.

Nicholson aveva osservato dei bambini giocare all’interno di spazi non ancora attrezzati e modellati per loro dall’adulto, anche in delle vere e proprie discariche, con detriti e spazzatura, creando qualcosa di speciale e diverso dal solito.

Notò quindi come l’assenza dell’intervento dell’adulto, che prepara, organizza, predefinisce, fosse in realtà un’immensa opportunità per lo sviluppo della creatività dei bambini.

‘Have you ever noticed that if you leave old junk lying around, kids will almost inevitably play with it? Whether it be old cardboard boxes, wooden pallets, pieces of wood, old tires [sic], bits of rope or string, kids will use their imagination and ingenuity to make something. This may make your garden look like a junkyard sometimes, but the experience for the kids is invaluable and it will keep them occupied for hours. Don't try and direct the kids in their play just let them get on with it.’

How Not To Cheat Children: The Theory of Loose Parts (S Nicholson, Landscape Architecture 1971)

Uno spazio ludico esclusivamente progettato dall’adulto, finisce quindi per derubare letteralmente i bambini degli aspetti più creativi ed importanti del gioco, togliendo loro spazio e quel senso di appartenenza che rende loro “creatori” di un qualcosa, qualcosa di bello.

L’adulto, prima di entrare in contatto con il meraviglioso mondo del materiale destrutturato deve, a sua volta, lasciarsi de – strutturare, dimenticando convenzioni e vecchie ideologie, rendersi disponibile al sentire, emozionandosi e facendosi guidare esclusivamente dallo stupore e dalla meraviglia dei bambini.

Ma perché le loose parts?

“Ogni grande progresso scientifico è scaturito da una nuova audace immaginazione”.

(John Dewey)

Innanzitutto perché è un materiale che tutti, davvero tutti, abbiamo a disposizione, facile da reperire, accattivante da osservare, creativo, dinamico e dallo scopo non predefinito.

Lasciando libera la creatività del bambino, si sta gettando la base per lo sviluppo della conoscenza, della logica, del pensiero scientifico. Cercando di capire se un tubo di cartone, può essere messo in equilibrio su un altro, tra tentativi, fallimenti e vittorie, il bambino sta dando forma a qualcosa che non è poi così lontano dall’ingegneria meccanica (solo che lui, ancora non lo sa e, quasi sempre, neanche noi).

Parlando di loose parts dunque parliamo di:

●       COMPETENZA PROGETTUALE, osservare, raccogliere dati, rilanciare: non esiste un metodo per lavorare con le loose parts. Si passa da una centratura dell’adulto ad una centratura del bambino

●       AMBIENTE, PENSIERO E SGUARDO DE-STRUTTURATO: la progettazione e i luoghi tornano in mano ai bambini. Un ambiente troppo pulito e ordinato, non è pensato dai bambini che per natura tendono a scomporre, ricomporre, de-strutturare e ri-strutturare tutto ciò che toccano ed osservano.

●       PEDAGOGIA DEL FINITO E DELL’INFINITO: il materiale de-strutturato è chiamato anche RI-FIUTILE, ossia un materiale finito, ma che si ricicla e si re-inventa ogni volta all’interno di un arco spazio temporale che tende per l’appunto all’infinito.

●       DIMENSIONE DI RICERCA: l’occhio diviene scientifico, fa ricerca e pone l’adulto in ascolto delle ricerche dei bambini e si apre alle loro proposte. Le loose parts sono materiali che pongono domande e per questo rendono sia l’adulto che il bambino ricercatori!!! È importante pensare ed offrire materiali che offrono curiosità ad indagare, che abbiano un finale aperto e non predefinito, poiché i bambini hanno bisogno di creatività.

●       ATTESA DELL’IMPREVISTO: lo spazio dedicato alle loose parts diviene un grande spazio euristico in cui lo sguardo del bambino è continuamente in attesa di scoperta. I bambini infatti grazie ed attraverso le loose parts catturano gli imprevisti e degli aspetti flessibili, che difficilmente si notano all’interno di una proposta strettamente strutturata. Essi accostano materiali, fanno incontri fantastici, creano un’arte effimera che si evolve poi insieme ai bambini che la stanno producendo. Il pensiero bambino diviene così non solo scientifico e creativo, ma anche narrante: attraverso le loose parts il bambino scopre, sperimenta, ma tira fuori anche emozioni e narra di se stesso e del mondo circostante.

●       CORNICE E DISORDINE: le loose parts possono essere utilizzate libere o proponendo una cornice come base, che fungerà poi da contenimento spazio-temporale. La cornice infatti contiene il movimento del bambino e lo aiuta ad esplorare questo materiale secondo un occhio simmetrico e ordinato (poiché spesso queste loose parts vengono accostate seguendo il perimetro della cornice o vengono messe al suo interno ampliando così la conoscenza del concetto dentro/fuori. Ognuno lo farà in modo differente, seguendo quello che il suo pensiero scientifico e divergente propone).

Al tempo stesso questo movimento che porterà poi tra le altre cose anche all’autonomia del bambino, porta con sé disordine e il concetto di imperfezione, essenziale e fondamentale per il sano sviluppo del bambino.

●       CONCETTO PEDAGOGICO DELL’UNICITA’: ogni materiale, anche di scarto, si mette in relazione e si trasforma, divenendo prezioso ed unico. La loro vita nasce in un modo e si trasforma poi in altro, e poi in altro ancora. Nel pensiero de-strutturato il “difetto” di un certo tipo di oggetto diviene qualità e virtù e la forma di quell’oggetto grazie al pensiero de-strutturato del bambino prende una nuova vita. Cosa apprende da questo il bambino? Che “io valgo, anche se sono diverso e se sono imperfetto”.

●       TEMPO LENTO E TEMPO IN DIVENIRE:

      “L’immaginazione è più importante della conoscenza, la conoscenza è limitata,

      l'immaginazione abbraccia il mondo intero".                                                                                                                                                                                                                                                                                               (Albert Einstein)

OBIETTIVI E METODOLOGIA:

    Non esiste un modo giusto o sbagliato nell’utilizzo delle loose parts, poiché l’obiettivo non sono i materiali, ma il bambino che può:

●       esprimersi liberamente

●       inscenare emozioni

●       sperimenta la pazienza del mettere in ordine

●       impara le geometrie degli oggetti

In modo esperenziale:

●       esercita la concentrazione

●       allena la manualità fine

●       fa esperienza dell’ordine

●       sperimenta l’equilibrio

●       sviluppa l’estetica

CONCLUSIONI:

(Proporre loose parts ad un bambino, vuol dire quindi, saper offrire un certo materiale, all’interno di un setting che si aperto e che sproni al movimento fisico e di pensiero, ma vuol dire anche saper osservare, lasciare liberi i bambini di fare, imparare a non veicolare il gioco del bambino secondo la propria esperienza, ma affiancarlo rendendolo libero di esprimersi e di costruire la propria esperienza assecondando le proprie emozioni).

 Il destrutturato non è solo materiale, ma un pensiero fisso nel quotidiano, un atteggiamento che diventa parte integrante del nostro modo di agire e di essere, uno modo di guardare il mondo del tutto non convenzionale e strutturato. Il destrutturato ti pone in un’ottica divergente, differente, flessibile e stimolante, all’interno della quale il nostro occhi inizia a vedere e il nostro corpo inizia a sentire qualcosa di molto importante: TUTTO E’ LOOSE PARTS.

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